giovedì 28 ottobre 2010

Le scoperte geografiche



La caduta dell’impero bizantino. La caduta di Costantinopoli avvenne nel 1453 ad opera dei Turchi ottomani, che avevano preso il posto dei Turchi selgiuchidi in Asia Minore. Essi erano di religione islamica. A Firenze nel 1439 era stato siglato un accordo fra l’imperatore bizantino e la chiesa di Roma che prevedeva la sottomissione dell’Ortodossia al Cattolicesimo in cambio di una crociata anti-turca. Ma la crociata non venne intrapresa perché le masse bizantine rifiutarono gli accordi di quel concilio.

Le scoperte geografiche. Lo sbarramento ai traffici tra Oriente e Occidente frapposto dall’impero ottomano spinse gli europei a cercare nuove vie di comunicazione. L’unica città che ancora conservava la possibilità di commerciare coll’Oriente attraverso il Mar Rosso e l’Oceano Indiano era Venezia, che non voleva dividere i suoi privilegi con nessuno. Oltre a ciò l’Occidente aveva bisogno di oro e argento per dare impulso alle nuove attività produttive e commerciali della borghesia.

La via oceanica all’Oriente venne aperta quando il portoghese Bartolomeo Diaz doppiò la punta estrema del continente africano (capo di Buona Speranza). La nave delle grandi scoperte fu la caravella, un piccolo veliero, agile e veloce. Naturalmente nessun viaggio oceanico si sarebbe potuto fare senza il perfezionamento della bussola, lo studio dei venti e l’elaborazione di carte nautiche più precise.

All’inizio le scoperte geografiche saranno il frutto dell’intraprendenza di mercanti, nobili decaduti, avventurieri e navigatori privati (genovesi e portoghesi soprattutto). In seguito i viaggi saranno organizzati dagli Stati dell’Occidente europeo. L’esigenza di scoprire nuove vie di comunicazione e nuove terre da colonizzare, partiva anche dal fatto che la formazione delle monarchie nazionali implicava la costituzione di eserciti di massa, di un’amministrazione burocratica complessa, di una politica edilizia di prestigio che col normale prelievo fiscale non si poteva più garantire.

La scoperta dell’America (1492). Allorché si cominciò a credere che i portoghesi erano ormai prossimi a raggiungere le Indie (India, Cina e Giappone), i sovrani di Spagna (Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona) decisero di finanziare il progetto del genovese Cristoforo Colombo, che si proponeva di raggiungere le regioni dell’Estremo Oriente, navigando verso Occidente, attraverso l’Atlantico. Il progetto di Colombo era motivato da tre considerazioni: 1) che la forma della terra fosse sferica, 2) che fosse relativamente modesta la distanza, per via di mare, tra le coste occidentali europee e quelle orientali asiatiche, 3) che fra esse nessun altro continente vi fosse. Questo progetto venne dapprima sottoposto ai portoghesi, che però lo rifiutarono, accontentandosi dell’impresa di Diaz.

Lo scopo dell’impresa era unicamente commerciale e mirava ai ricchissimi mercati di Cina e Giappone, di cui aveva già parlato Marco Polo (1271-91) nel suo libro il Milione. Quando Colombo approdò nell’arcipelago delle Antille era convinto d’essere giunto in Asia e grande fu il suo stupore nel vedere che non c’erano quelle enormi ricchezze di cui si parlava in Europa. Per questo motivo la sua fortuna conobbe un rapido declino, nonostante i viaggi successivi. In seguito, i viaggi di Caboto, Vespucci e Magellano dimostrarono che le terre scoperte da Colombo erano in realtà un nuovo continente.