lunedì 29 novembre 2010

L'attività estrattiva nei Colli Euganei



Dal punto di vista produttivo va ricordato che, essendo i Colli Euganei le uniche formazioni rocciose di un vasto comprensorio territoriale, che si estende alle provincie di Padova, Venezia, Rovigo, Ferrara e Mantova, ad essi si è attinto, fin dall'epoca romana, per coprire il fabbisogno interno di materiali lapidei, oltre che per soddisfare la domanda esterna generata dalla qualità e dalle caratteristiche tecnologiche peculiari delle rocce locali.

I reperti archeologici nelle zone termali di Abano Terme e Montegrotto Terme (Padova), e delle città romaniche del Veneto, evidenziano l'impiego della "trachite" sin dai primi insediamenti dei Paleoveneti nel primo millennio a.C. (periodo Atestino).
Fu estratta ed usata come pietra da pavimentazione stradale fin dall'epoca romana, come dimostrano tutti gli scavi ed i reperti in città romane da Adria fino ad Altino e fino alle campagne veronesi (e pure le antiche discariche presso la cava).
Tralasciando le cave coltivate in epoca antica, è indubbio che l'attività estrattiva della trachite si concentrò a partire da V-VI secolo da parte dei Bizantini e nell'età medievale, in particolar modo sull'avamposto collinare di Monselice (Padova), mons selicis (monte delle selici), tanto che Ezzelino da Romano nel XIII secolo eresse un castello merlato e fortificato da mura, sul "Colle della Rocca", poi ampliato dai Carraresi attorno al 1330. La trachite diventò ben presto materiale insostituibile per le costruzioni di edifici, castelli, monasteri, strade e mura di fortificazione delle città (v. mura di Padova).

Durante la Repubblica Veneta fu usata soprattutto per i tipici lastricati di Venezia (v. Piazza S. Marco, severo banco di prova per le sue qualità tecniche, tanto che ancora oggi è richiesta per le sue caratteristiche di particolare resistenza all'azione della salsedine) e delle città contermini. Ne fu inoltre fatto largo uso per i consolidamenti delle opere di difesa idraulica, data la comoda e utilissima rete fluviale; numerosi sono infatti i ricordi dei trasporti della roccia trachitica verso le zone marine con chiatte e burci dell'epoca, trainate da cavalli, per costruire le "difese della laguna". Celebri le dighe in soccorso ai lidi sabbiosi, periodicamente sommersi dall'acqua, spazzati dal vento e dalle mareggiate.

A seguito dell'unificazione territoriale ottocentesca, i Colli Euganei persero la propria funzione millenaria di controllo della Pianura Padana circostante, e s'intensificò nel breve volgere di mezzo secolo un'intensa attività estrattiva della "trachite": unica attività produttiva capace d'impegnare la popolosa massa di contadini espulsa dalle campagne. Accadde praticamente all'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia nel 1866.
L'estrazione della "trachite" nel periodo fra le guerre mondiali fu favorita dall'applicazione di nuove tecnologie: sia nell'attività di cava, dove dai rudimentali scalpelli si passò alla dinamite, quindi al filo elicoidale ed all'aria compressa; che in quella di trasporto, dove per il trasferimento dalle zone di produzione all'imbarco sui natanti, si passò dai tradizionali carri dalle grandi ruote trainati da cavalli, ai carrelli su binari e poi ai primi autocarri.

La legge n. 1097 del 29-11-1971, per la tutela delle bellezze naturali ed ambientali dei Colli Euganei, ha imposto la immediata e definitiva cessazione di tutte le cave per la produzione di pietrame e pietrisco di ogni genere (il censimento del 1983 aveva rilevato 170 cave, di cui 18 attive, 6 di calcare e 12 di trachite) ed ha regolamentato più severamente la continuazione dell'attività di tutte le altre cave, tramite progetti finalizzati ad un recupero ambientale dei siti estrattivi, con limitate quantità di materiale da estrarre. In questo modo ora sono rimasti attivi esclusivamente quei pochi siti estrattivi fondamentali per la produzione di materiale lapideo di pregio, che si inserisce nelle importanti opere di restauro dei centri storici veneti, a partire da Venezia: attualmente in tutto il comprensorio collinare euganeo sono attive solo 6 cave nel bacino estrattivo di Zovon di
, e 2 cave nel bacino estrattivo di Montemerlo.